La processione del Crocione
A Tromello (PV) paesino di 4000 anime, il giovedì Santo si festeggia la processione del Crocione. Tale tradizione si fa risalire al 1630, quando in Lomellina si diffuse la peste (Manzoniana) che portò ad una grande devozione per San Rocco, protettore degli appestati. Ho seguito questa tradizione, accompagnando il Crocione nel suo percorso dalla chiesa parrocchiale a quella di San Rocco. Cercando di cogliere i dettagli e le situazioni partite 500 anni fa ed arrivate ai giorni nostri. Per approfondire: Tunica scarlatta con cappuccio che impedisce di vedere, catena ai piedi e grande croce di 45 kg circa, rendono il penitente dall’identità segreta che cambia di anno in anno, il protagonista della processione del Crocione, evento che si ripete il Giovedì Santo, da oltre 400 anni a Tromello, paesino in provincia di Pavia. Il penitente incappucciato è per tradizione una persona pentita che vuole espiare un peccato grave. La sua identità è nota solamente a due persone: il parroco don Marco Torti e il Cireneo che lo affianca durante la Via Crucis per le vie del paese. La processione parte dalla chiesa parrocchiale per terminare in quella di San Rocco. Questa usanza era prerogativa della Confraternita di Santa Maria Loretana. Si presume che tra il XVI° ed il XVII° secolo la tradizione sia stata trasferita dai fedeli alla chiesa di san Rocco in seguito alla confisca della confraternita da parte del governo francese. Il penitente, che a causa del cappuccio non ha la possibilità di vedere, viene accompagnato dal Cireneo nel percorso verso gli uomini del Sinedrio, che portano le lampade per illuminare la scena, i sanrocchini in divisa bianca tengono a distanza la folla numerosa che segue la processione. Ogni anno la popolazione tenta di scoprire, sempre senza esito, l’identità del penitente di turno osservandone, per quanto sia possibile, le caratteristiche fisiche attraverso la tunica.